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Giro del mondo 2022

Era il 2014 quando ho iniziato a giocare con l’idea del giro del mondo senza aerei. Non ricordo come quest’idea sia nata. Stavo finendo il dottorato quindi probabilmente cercavo un altro altro progetto di vita – e probbilmente un progetto che riguardasse piú la vita che il lavoro. L’inverno prima, quello del 2013-2014, ero stata per la prima volta in Antartide, coronando cosí un sogno che avevo fin da adolescente. Magari ero alla ricerca di un altro sogno, per quanto molto ridimensionato rispetto a quello dell’Antartide. O forse é semplicemente la mia natura: testare i limiti di ció che posso e si puó fare. Negli ultimi anni il progetto del giro del mondo si é trasformato, talvolta l’ho visto allontanarsi tanto da pensare che non si sarebbe mai realizzato. Ma ricordo di aver detto una cosa a quei tempi “se ho detto che lo faccio, significa che lo faró”. Ed eccomi qui!!

Un anno e mezzo fa, al ritorno dall’ultima spedizione nell’Artico, l’idea del giro del mondo ha iniziato a diventare sempre di piú un progetto. In quel periodo ho anche conosciuto Peter che aveva un progetto molto simile al mio, quindi abbiamo deciso di unire le forze. Fissato il giorno di partenza (primo di Luglio) e la lunghezza (un anno circa), c'era soltanto da decidere le prime tappe. Da anni sapevo come questo giro sarebbe iniziato: treno Brema-Berlino-Mosca e poi la Transiberiana fino a Pechino con fermata di circa 2 settimane in Mongolia. Peccato che il mondo ha deciso di ribaltarsi a pochi mesi dalla partenza portandoci a sviluppare un piano B, poi C, poi D ... e alla fine eccoci qui: di corsa fino a Istanbul!

 

Parte 1: da Brema a (quasi)  Bali

Ad aprile é diventato chiaro che attraversare la Russia era fuori discussione, così abbiamo iniziato a pensare ad un percorso verso sud. La prima idea é stata quella di attraversare la Turchia, l'Iran, il Pakistan e l'India, in pratica il famoso "hippie trail". Tuttavia, eravamo un po' preoccupati per come attraversare il confine tra Iran e Pakistan via terra. Un problema ancora più grande si é rivelato essere la nazionalità di Peter: in quanto cittadino britannico non può attraversare l'Iran. Abbiamo quindi iniziato a pensare ad un piano C: i cosiddetti paesi "stan" (cioé Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan). L'idea era di attraversare la Georgia e l'Arzebaijan dopo la Turchia, poi attraversare il Mar Caspio con il traghetto per il Kazakistan e quindi attraversare Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan: La via della seta. Purtroppo la pandemia di COVID non è ancora finita e la Cina era (è!) ancora chiusa. Questo avrebbe reso impossibile l'overlanding, una delusione che eravamo pronti ad accettare. Tuttavia, nel frattempo Peter ha iniziato le pratiche burocratico per ottenere il passaporto thailandese (la sua seconda nazionalitá), con il quale avrebbe potuto avere la possibilità di ricevere un visto per l'Iran. Abbiamo anche iniziato a seguire il blog e/o profilo instagram di viaggiatori che hanno attraversato il Pakistan dall'Iran e ci siamo sentiti più tranquilli nell'attraversare il Balokistan. Il passaporto thailandese di Peter è arrivato all'inizio di giugno e questo, insieme alle instabilità tra Tagikistan e Kirghizistan e alla Cina ancora chiusa, ci ha fatto decidere per la rotta Iran-Pakistan. Questo è stato fissato. L'altra parte del piano che è stata fissata è stata quella di incontrare mia sorella a Istanbul per attraversare assieme la Turchia. Dovendo adattarci alla disponibilitá di giorni liberi di mia sorella, abbiamo deciso che il giorno dell'incontro sarebbe stato l'8 luglio, il che significava solo una settimana per andare da Brema a Istanbul!

Capitolo 1
Di corsa fino a Istanbul

Treno notturno Brema-Salisburgo con fermata a Monaco. Dopo mezza giornata a Salisburgo: treno Salisburgo-Spalato con sosta di qualche ora a Zagabria. Spalato è la nostra prima vera tappa, finalmente dormiamo in un letto! Giorno successivo: catamarano Spalato-Dubrovnik, visita della città (i 39°C all'ombra ci hanno quasi ucciso), poi autobus Dubrovnik-Budva. Notte a Budva. Poi autobus Budva-Bar e treno notturno Bar-Belgrado. Mezza giornata a Belgrado trascorsa seduti su una panchina a rilassarsi. Poi autobus Belgrado-Sofia e notte a Sofia. Il giorno dopo visita di Sofia e poi treno notturno Sofia-Istanbul (ciò che resta dell'Orient Express). Ce l'abbiamo fatta, abbiamo incontrato mia sorella a Istanbul!!!

Capitolo 2
Sempre di corsa per la Turchia

Solo 10 giorni e il sogno di visitare il più possibile in Turchia!!! Dopo 3 giorni a Istanbul abbiamo preso un autobus notturno da Istanbul a Denizli. Poi in macchina (noleggiata) fino a Selcuk con sosta a Pamukkale. Qui abbiamo passato due notti per visitare i dintorni (la sorprendente Efeso e la colorata Alacati). Pernottamento in autobus Denizli-Cappadocia e qualche giorno in Cappadocia. Dopo la Cappadocia, lunedì 18, dobbiamo separarci da mia sorella che torna in Italia. Ma l'esperienza turca non è finita per noi... Autobus Cappadocia-Ankara (3 ore in giornata) per ritirare il VISTO iraniano, quattro notti passate ad Ankara (in realtà ne avevamo prevista solo una, ma avevamo bisogno di più tempo per riposare e preparare le tappe successive). Volevamo andare a Van, l'ultima città della Turchia prima di attraversare il confine con l'Iran, in treno. Questo treno fa parte del Trans-Asian Express che collega Istanbul a Teheran. Purtroppo, l'inflazione dell'ultimo periodo in Turchia ha portato a un massiccio aumento dei prezzi degli autobus (che tendono a rimanere in linea con l'Europa) rispetto ai prezzi dei treni, che rimangono estremamente economici. Il risultato è che oggi i turchi preferiscono prendere il treno anziché l'autobus, e abbiamo scoperto che tutti i treni per Van per le 3 settimane successive erano al completo. Non ci è rimasta altra scelta che aspettare o prendere un autobus di 19 ore di notte da Ankara a Van!

Capitolo 3
Iran in autobus

Prima del COVID, il treno da Ankara andava diretto fino a Teheran, passando per Tabriz. Esattamente quello di cui avevamo bisogno. Ad Ankara, però, nessuno ha saputo dirci se questo treno fosse ancora in funzione tra Van e l'Iran: avremmo dovuto chiedere direttamente a Van. Arrivati a Van siamo andati alla stazione ferroviaria ... deserta! La guardia ci ha detto che da quando c'è stato il COVID non ci sono più treni per Tabriz, quindi dobbiamo prendere un autobus. Così il nostro viaggio continua con gli autobus: 8 ore di autobus da Van a Tabriz. Dopo 3 notti a Tabriz prendiamo un autobus notturno per Tehran. Dopo Tehran ci spostiamo sempre in autobus verso le tappe successive: Kashan, Esfahan, Shiraz, bus notturno fino a Bandar Abbas (dove poi prendiamo il traghetto per Hormuz), Kerman, bus notturno fino a Zahedan. Gli autobus in Iran sono abbastanza confortevoli, con sedili molto spaziosi e reclinabili. Zahedan è l'ultimo posto in Iran che possiamo raggiungere in autobus, l'attraversamento del confine con il Pakistan deve avvenire con taxi e scorta della polizia.

Capitolo 4
Peripezie pakistane

Abbiamo raggiunto il confine tra Iran e Pakistan in macchina con Hamid, noto anche come ‘The king of the border’. Abbiamo ottenuto il contatto di Hamid da altri viaggiatori e lui é, in effetti, il re del confine, per lo meno dalla parte iraniana: ha stampato i nostri visti pakistani, ci é venuto a prendere direttamene in albergo e ci ha portati fino al confine aiutandoci a superare tutti i vari controlli. Grazie Hamid!! Una volta entrati in Pakistan ci siamo ritrovati tra le mani dei Levies (le guardie del Belucistan). Generalmente, la scorta da Taftan per Quetta parte al mattino tra le 7 e le 8. Siccome il confine non apre prima delle 7, e le procedure una volta entrati in Pakistan durano secoli, non c’é la possibilitá di lasciare Taftan lo stesso giorno in cui si attravera il confine. Una notte passata alla stazione di polizia al confine é quindi la norma. Altri ritardi possono essere causati dal numero di persone: per solo uno o due turisti le scorte non partono, altrimenti diventerebbe troppo dispendioso, quindi in questo caso aspettano che si ‘accumulino’ piú turisti prima di partire. È stato il caso di Fanny e Mehdi che hanno attraversato il confine il giorno prima di noi, ma poi sono partiti con noi perché per sole due persone i Levies non si muovono. Il giorno dopo aver attraversato il confine (e a quel punto eravamo ben 6 turisti) siamo partiti. Il viaggio da Taftan a Quetta richiede un giorno o massimo due (con fermata a Dalbaldin), ma per noi é durato ben una settimana a causa delle inondazioni (di piú nel mio post ‘Oggi qui, domani inshalla!’). Una volta arrivati a Quetta, le guardie portano i turisti direttamente all’albergo Bloomstar (un posto particolarmente noto per spellare i turisti, visto che questi non hanno possibilitá di scelta). Questo perché spesso l’arrivo a Quetta é dopo l’orario di chiusura dell’ufficio per il rilascio dell’NOC, per cui si deve passare una notte in cittá. La mattina dopo la polizia locale (che a questo punto non sono piú i Levies) viene a prelevare i turisti per portarli all’ufficio dell’NOC. Nel nostro caso, sempre a causa delle inondazioni (e anche del fatto che sabato e domenica l’ufficio rimane chiuso) si é trattato in realtá di cinque giorni dopo!! Una volta rilasciato l’NOC la polizia ci ha scortato alla stazione degli autobus (o dei treni se necessario) e ha aspettato che ci imbarcassimo. Nel nostro caso (non so se é lo stesso nel caso dei treni), la scorta di polizia ha seguito l’autobus fino al confine con il Belucistan, da quel punto in poi siamo stati ‘liberi’. Questo é successo ben 11 giorni dopo il nostro ingresso in Pakistan!!! Da Quetta abbiamo preso l’autobus per Lahore. È stato un viaggio di ben 37 ore durante le quali abbiamo affrontato: 1) un guasto al motore (con successiva sosta di riparazione), 2) una gomma forata (con cambio repentino!), 3) ben 10 ore di coda al passo del Monroe durante le quali l’autobus is muoveva piú lentamente di una persona a piedi, 4) gomma esplosa in piena notte (la seconda notte), 5) conseguente cambio di autobus fermato lungo la strada. Dopo tutto ció e ben 37 ore di viaggio assieme a compagni alquanto bizzarri (un passeggero aveva con sé un uccello, lo teneva tra le mani) e tra cui vigeva l’anarchia totale (si fuma fuori dall’autobus, ma anche dentro; l’autobus é pieno, ma ci stanno comunque piú persone …. e via dicendo) siamo finalmente arrivati a …. Islamabad!! Della serie ‘finale a sorpresa’. Qui ci siamo riposati qualche giorno dopo le peripezie delle due settimane precedenti. A malincuore abbiamo deciso di saltare il Karakoram e recarci direttamente in India. Abbiamo quindi preso un autobus (fortunatamente di sole 4 ore questa volta) fino a Lahore dove ho passato 3 giorni chiusa in una camera d’albergo colpita dal ‘Delhi belly’ (d’altronde doveva succedere prima o poi). Una volta che mi sono ripresa ci siamo recati al confine, il famoso ‘Waga border’, a bordo di un tuk tuk (ci vuole circa un’ora). Passato il confine abbiamo assistito alla famosa cerimonia di chiusura del Waga border, dove le guardie Pakistane e Indiane si sfidano in una gara di alzate di gambe e petti gonfi in memoria della rivalitá che purtoppo ancora oggi esiste tra queste due nazioni. Finita la cerimonia ci siamo recati ad Amritsar in taxi, e qui l’avventura ‘India’ ha avuto inizio.

Capitolo 5
India da cima a fondo

Durante la prima parte del viaggio in India ci siamo spostati prevalentemente in autobus, infatti la rete ferroviaria si sviluppa soltanto a sud di Rishikesh e inizialmente abbiamo viaggiato nell’Himalaya. Sia per i treni che per gli autobus l'India offre una varietà infinita. Il primo autobus che abbiamo preso da Amritsar a Dharamsala era un autobus pubblico (RTC - Road Transportation Company. Aggiungono poi all'inizio la prima lettera dello stato. Ad esempio in Kerala si chiamano KRTC). Ciò significa niente aria condizionata, ma tanti finestrini aperti (e anche le porte talvolta), ammortizzazioni inesistenti, in generale manutenzione dubbiosa, molto economici. Il secondo autobus da Dharamsala a Manali invece era di una compagnia privata, quindi decisamente più costoso, con aria condizionata, sedili reclinabili e posti prenotati. Sicuramente meglio per un viaggio notturno. Lo stesso tipo di autobus l'ho usato per andare da Manali a Rishikesh e poi da Rishikesh a Jaipur (tutti overnight). Offrono anche un ottimo servizio clienti: messaggi e/o telefonate in caso di ritardo, rimborso in caso di cancellazione ... addirittura a Rishikesh mi hanno aspettato perchè ero in ritardo io!!! Non finisce qui: ci sono gli "sleeper bus" ossia bus appositamente per viaggi notturni. Con o senza aria condizionata, gli sleeper bus hanno delle cuccette singole o doppie, su due piani, fatte apposta per dormire. Sono autobus a lunga tratta, noi lo abbiamo usato da Udaipur a Mumbai (circa 16 ore). Onestamente molto più comodi che dormire accartocciati su un sedile! Peró é bene portarsi un lenzuolo/coperta da stendere sui materassi, noi viaggiamo con il nostro sacco lenzuolo e fino ad ora ne abbiamo fatto sicuramente buon uso. Poi arrivano i treni, e qui le possibilità sono talmente tante da far girare la testa! In Europa siamo abituati alla separazione tra prima e seconda classe, in India in generale troviamo prima, seconda e terza classe (1A, 2A, 3A), poi c'è la terza E (3E) di cui non ho ancora capito bene la differenza con la 3A. Queste sono classi con l'aria condizionata e i posti prenotati, in seconda classe ci sono anche delle tendine che separano le diverse zone come se fossero piccoli compartimenti, mentre in prima classe ci sono veri e propri compartimenti per quattro persone. In queste classi forniscono anche lenzuola, cuscini e coperte. Da Mumbai a Kerala abbiamo viaggiato in 3E (senza tendine) e ci siamo trovati benissimo. Bisogna avere un po' di spirito di comunità diciamo, ma fa parte del gioco!! Poi c'è la classe "sleeper". Assomiglia alla 3E ma senza aria condizionata, senza lenzuola-coperte-cuscini e (a quanto pare) se anche si ha un posto prenotato in casi di sovraffollamento le persone se ne fregano (noi non abbiamo sperimentato niente del genere, ma non abbiamo mai dormito in sleeper). Alla fine c'é la classe "unreserved". Questa é una lama a doppio taglio dei treni indiani. Da un lato é eccezionale perché significa che puoi sempre comprare un buglietto per andare da A a B, ed è anche economico! Con un biglietto senza prenotazioni hai due possibilità, o ti siedi nel vagone apposito (ce ne sono due, uno od ogni estremitá del treno) sperando di trovare posto, oppure vai immediatamente dal controllore che ti puo assegnare un posto libero (solo se ce ne sono ovviamente). Questo significa che se veramente hai urgenza di viaggiare puoi sempre prendere un treno, ma significa anche che in momenti in cui tutti sono in viaggio (ad esempio in prossimità del festival Diwali come è successo a noi) si assiste a delle scene impensabili: lunghe code di persone tenute a bada dalla polizia e pronte a saltare sul treno per prendere posto, persone che saltano sul treno prima ancora che questo si fermi in stazione così da arrivare primi, addirittura (abbiamo assistito di persona) gente che si lancia sul treno passando dal finestrino mentre il treno è ancora in movimento. Le porte dei vagoni di seconda classe vengono bloccati con lucchetti per non far salire le persone non "autorizzate". Abbiamo visto gente schiacchiarsi una contro l'altra, con i bagagli in equilibrio sulla testa, pur di riuscire a salire sui treni. Treni che sono ripartiti con persone aggrappate fuori dalla porta (le porte non si chiudono ovviamente ... ). Insomma, un delirio! Abbiamo sperimentato la classe "unreserved" per andare da Goa a Mumbai, durante la notte. Per quanto non ci fosse il delirio di persone aggrappate fuori dalle porte, sicuramente non è stato un viaggio che raccomando. Stipati uno contro l'altro ogni limite personale scompare e ritrovarsi il piede del vicino contro una guangia è la norma. Dormire é impossibile, o eglio ci si addormenta soltanto quando la stanchezza é tale da farti chiudere gli occhi anche in posizioni impensabili. Sorvolo sugli odori che a folate ci raggiungevano. Sicuramente un’esperienze interessante, ma per un viaggio notturno raccomando dalla terza classe in su!! Riassunto degli spostamenti: Amristar → Dharamsala: RTC bus Dharamsala → Manali: private AC bus Manali → Spiti valley (round trip): RTC bus Manali → Rishikesh: private AC bus Rishikesh → Jaipur: private sleeper AC bus Jaipur → Pushkar: RTC bus Pushkar → Udaipur: RTC bus Udaipur → Mumbai: private sleeper non AC bus Mumbai → Kerala: overnight train Kerala → Kanyakumari: train Kanyakumari → Goa: overnight train Goa → Mumbai: overnight train Mumbai → Varanasi: overnight (2 nights) train Varanasi → Calcutta: day train (bus also available)

Capitolo 6
Loop nel sud-est Asiatico

Da Bangkok raggiungiamo il confine con il Laos via treno, sono circa 8 ore fino alla stazione di confine. Dalla stazione un tuk tuk ci porta al confine e, una volta svolte le solite pratiche per il visto, prendiamo un taxi fino all'ostello a Viantiene (circa mezz'ora). Viantiene --> Vang Vieng via minibus (circa 2 ore) Vang Vieng --> Luang Prabang: treno. Si tratta di una nuova linea ferroviaria che arriva fino in Cina. Ci mette solo un'ora ed è parecchio costoso, ma l'alternativa sono 6 ore in minibus. Non é consetito portare coltelli a bordo quindi mi sequestrano il coltellino con inciso "Polarstern". Per fortuna, ma soprattutto grazie ad amici e persone gentilissime, riesco a riaverlo (un grazie speciale a Somphet)!! Luang Prabang --> Hanoi: bus notturno. È un viaggio lungo di quasi 24 ore. Gli autobus notturni in Vietnam sono però molto comfortevoli per dormire, infatti hanno sedili quasi del tutto reclinati, quindi siamo disposti come le carte in una partita di solitario: i piedi che si infilano sotto la schiena del passeggero di fronte. Inoltre forniscono coperte e cuscini quindi il viaggio è sorprendentemente riposante. Però amano l'aria condizionata e le luci colorate, sembra di essere su una gelida astronave! Da Hanoi ci spostiamo ad Halong bay con un minibus (circa 2 ore) e poi all'isola di Cat Ba con un traghetto (un'ora di viaggio tra le meraviglie di Halong Bay). L'ostello ad Halong bay ci aiuta poi a prenotare il viaggio successivo. Cat Ba --> Hoi An: minibus + traghetto (il minibus si imbarca quindi non dobbiamo cambiare) + 2 bus, di cui uno notturno fino a Huè e poi un altro bus breve fino ad Hoi An. In totale sono forse 16 ore, ma il viaggio è ben organizzato per cui dobbiamo solo seguire le istruzioni (scendete qui, salite lì ...) e la notte riusciamo a riposare bene. Hoi An --> Kontum: bus notturno Kontum --> Dalat: bus notturno Dalat --> Can Tho: bus notturno Can Tho --> Ha Tien: bus locale, sono circa 4-5 ore nel pomeriggio Ha Tien è molto vicino al confine con la Cambogia, per cui è possibile raggiungerlo anche in taxi. Noi abbiamo chiesto all'hotel che ci ha organizzato il trasporto via taxi e ci ha anche dato un biglietto per il minibus fino a Kampot, dopo il confine. Una volta passato il confine abbiamo semplicemente sventolato il nostro biglietto, una persona del posto ci ha detto di aspettare al bar subito dopo il confine. Durante le due ore circa di attesa si sono accumulati allo stesso bar altri turisti. Quando eravamo abbastanza l'autobus è partito. Sono solo un paio d'ore dal confine fino a Kampot. Kampot --> Koh Rong Sanloem: bus + traghetto. Abbiamo prenotato assieme il biglietto dell'autobus (sono circa 3 ore) e il biglietto del traghetto andata e ritorno. L'andata è il giorno stesso dell'autobus che arriva diretto all'imbarco di Sianoukville, il ritorno è aperto. Abbiamo passato 4 notti da sogno a Koh Rong Sanloem, prima due sulla spiaggia Saracen beach e poi due a Sunset beach. Koh Rong Sanloem --> Chi Phat: traghetto + taxi condiviso + moto-taxi. Abbiamo preso il traghetto di ritorno fino a Sianoukville, al porto abbiamo chiesto alla compagnia dei traghetti e gentilmente ci hanno organizzato un taxi condiviso. Per arrivare fino a Chi Phat bisogna prendere un minibus o taxi diretto a Koh Kong, l'autista ti lascia all'incrocio prima del villaggio di Botum Sakor e da lì si prende un moto-taxi per circa mezz'ora. Il che significa che si chiede al bar all'incrocio e un volenteroso (due nel nostro caso ovviamente) ti porta con lo scooter fino a Chi Phat per il prezzo di 5$. L'ultimo pezzetto consiste nell'attraversare il fiume su una zattera a motore. La difficoltà del percorso vale assolutamente la pena!! Chi Phat --> Koh Kong: la primamparte è sempre per moto-taxi fino all'incrocio, lì ci aspetta un taxi condiviso organizzato dall'ufficio del turismo a Chi Phat. Il taxi ci lascia al bellissimo bungalow sulla spiaggia "wild, Young and Free". Koh Kong --> Bangkok: tuk tuk fino al confine (sono circa 20 minuti). Attraversato il confine prendiamo un autobus fino a Trat (compriamo i biglietto appena attraversato il confine). A Trat cambiamo per Bangkok, sono circa 5 ore. Bangkok --> Chiang Mai: treno notturno per Peter (ci siamo separsti per qualche giorno) e autobus notturno per me. A Chiang Mai ci fermiamo per passare Natale e Capodanno con la famiglia di Peter e anche per riposarci un po'.

Capitolo 7
Verso Bali

Dopo Chiang Mai iniziamo il nostro viaggio verso sud. Chiang Mai → Bangkok: treno notturno Bangkok → Surat Thani: treno notturno Surat Thani → Khao Sok: mini bus (andata e ritorno, passiamo solo 2 notti a Khao Sok) Khao Sok → Padang Besar (confine con la Malesia): treno notturno La mattina attraversiamo il confine a piedi e poi prendiamo un altro treno fino a Kuala Lumpur. Arriviamo qui in serata e trascorriamo la notte. Kuala Lumpur → Malacca: autobus (poche ore) Malacca → Dumai: traghetto (2 ore) Entriamo in Indonesia! Dumai → Medan: autobus notturno Medan → Bukit Lawang: autobus pubblico - 3 ore di viaggio accidentato!!! Restiamo qualche giorno a Bukit Lawang trascorrendo una notte nella giungla alla ricerca degli orangotangu Bukit Lawang → Berastagi: autobus pubblico via Medan Berastagi → Lago Toba: tre autobus pubblici e un traghetto da Parapat a Tuktuk Lago Toba → Bukittinggi: 16 ore di autobus durante la notte (finora il viaggio in autobus più orribile che abbiamo fatto!!!) Bukittingi → Padang: 3 ore di taxi condiviso Padang → Siberut (Isola Mentawai) avanti e indietro: traghetto veloce Padang → Jakarta: 35 ore in autobus (abbiamo prenotato la classe SUTAN per avere più spazio per le gambe e un autobus più pulito, ordinato e confortevole per un viaggio così lungo) Jakarta → Yogyakarta: treno, 8 ore durante il giorno Yogyakarta → Banjuwangi: 11 ore di treno durante la notte Banjuwangi → Bali: c'è un traghetto che va avanti e indietro giorno e notte. Il traghetto arriva a Gilimanuk, dal porto dei traghetti si raggiunge il terminal degli autobus in 2 minuti a piedi. Gilimanuk →Singaraja: 2 ore di autobus locale. Per raggiungere il nostro piccolo resort sulla spiaggia di Bundalem, dove intendiamo riposare un po' e pianificare la prossima parte del viaggio, chiediamo a un abitante del luogo che incontriamo alla stazione degli autobus di accompagnarci. Ha solo una moto, ma chiama un amico e i due ci portano al resort. Bundalem → Ubud: siamo fortunati e la proprietaria del resort deve andare a Ubud, quindi ci accompagna lei. Ubud → Aeroporto di Denspasar: organizziamo un taxi, dista solo mezz'ora dal centro di Ubud.

Parte 2: Nuova Zelanda

We landed in Wellington and moved all the way up to Auckland by bus. In New Zealand you can buy a ticket for the buses along the route Wellington-Auckland and you can use the ticket whenever you want (but only once) over a period of several months. So we could decided relatively spontaneously when to leave a place to reach the next one. Our route was quite standard (also because we were limited by the available bus routes): Wellington - Taupo - Rotorua - Tauranga - Auckland.

Parte 3: Sud America

Chapter 1
Backpacking Patagonia

TBD

Chapter 2
Driving along the Ruta 40

TBD

Chapter 3
The Andean altiplano

TBD

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