A bus too hot, a train too long
- Giulia Castellani
- 8 lug 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Spostandosi verso sud i mezzi di trasporto pubblici diventano sempre piú un’avventura. Gli orari diventano piú un’indicazione che un programma. Sai quando partono, indicativamente, non sai quando arrivano. Alla domanda ‘l’autobus si ferma a questa fermata?’ inizi a ricevere risposte del tipo ‘solitamente sí, ma talvolta no’. L’esperienza piú folle é stata il bus da Budva a Bar. Partendo dal fatto che abbiamo comprato i biglietti online poche ore prima, li abbiamo pure stampati, e una volta arrivati alla stazione ci hanno detto che l’autobus era stato cancellato. Nessuna motivazione. Ce n’é un altro 15 minuti dopo. Altra compagnia, nuovo biglietto, niente rimborso. Il bus é grande a metá tra un autobus normale e un furgoncino. Il conducente sorride a tutti, tranne che a noi. Vendono piú biglietti dei posti disponibili, per fortuna siamo tra i primi in coda! L’aria condizionata non funziona, e con 40 gradi all’aperto il viaggio diveta una sfida tra la vita e la morte. Stiva bagagli inesistente, i nostri bagagli vengono piazzati accanto all’autista. Per rinfrescare l’aria l’autista decide di fare tutto il viaggio (piú di un’ora) con la porta aperta. La porta anteriore, quella accanto al conducente, quindi accanto ai nostri zaini. E ovviamete la strada é tutta curva contro curva. Pregando che la forza centrifuga non sia superiore alla resistenza dovuta al peso degli zaini faccio tutto il viaggio con lo sguardo incollato agli zaini (che per un viaggio di 1 anno contengono ‘casa’), pronta a lanciarmi e carpirli al primo segnale di lieve movimento. Peró a Bar ci arriviamo, bolliti ma vivi, e anche con gli zaini. Scendeno l’autista sorride a tutti, tranne che a noi.
Bar, o almeno la zona della stazione degli autobus e dei treni, sembra essere il Texas di Montenegro. Caldo soffocante, nessuno per le strade se non cani randagi, palme e silenzio. Ci sediamo in un bar per aspettare il treno per Belgrado e bere qualcoa di fresco. I biglietti li abbiamo, partenza alle 19:00 … indicativamente! Il treno é fermo al binario 2, non esistono sottopassaggi, si salta tra un binario e l’altro. Saliamo, resistiamo un minuto e mezzo in un forno abominevole. Scendiamo. Sono le 7 e niete si muove, alcune porte del treno non funzionano. Passiamo mezz’ora seduti vicino ai binari fino a che il treno inizia a funzionare! Partiamo con mezz’ora di ritardo, arriviamo con 2 ore di ritardo, tutto senza aria condizionata. Arrivati in stazione a Belgrado, peró, il treno non ci sta, é troppo lungo. Per fortuna assumono controllori muscolosi, perché questi poverini hanno dovuto prendere in braccio tutte le persone, valigie incluse, per poterle far scendere dal treno!!
La persona piú cordiale: Blagoie, il cameriere del bar dove ci siamo seduti aspettando il treno per Belgrado
Highlights del viaggio: il colore dell’acqua a Dubrovnik! Ho nuotato in spiagge e acque meravigliose, ma quel blu é semplicemente mozzafiato
Cibo: l’insalata, tipica di Montenegro, a base di pomodori, cetrioli, cipolla e formaggio fresco del posto
Musica: la musica croata che ho ascoltato sul catamarano da Spalato a Dubrovnik (qui)






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