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Lasciare l'Asia

  • Immagine del redattore: Giulia Castellani
    Giulia Castellani
  • 13 mag 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

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Sento di lasciarmi il sud est asiatico alle spalle già quando entriamo all'aereoporto di Denpasar (Bali). I bar e ristoranti perdono carattere, si assomigliano tutti, offrendo un menù "fusion" che non è nè carne nè pesce ma include un po' di tutto (pasta, burger, mie goreng). Ovviamente a prezzi da far impallidire. Devo ammettere, però, che la minuscola burrata fresca con pomodorini, olio d'oliva e basilico è stata una coccola valsa gli 8€ e piú che l'ho pagata.


Il volo non è lungo, solo 5 ore per praticamente attraversare l'Australia e arrivare a Sydney, fermata intermedia verso la prossima tappa di viaggio: la Nuova Zelanda. Che differenza rispetto alla modalità di viaggio che abbiamo scelto per (la maggior parte) di questa avventura!! Poche ore per percorre una distanza che nel nostro "via terra" avrebbe richiesto settimane, un numero considerevole di autobus e/o treni, una buona dose di occhiaie e sicuramente qualche capello bianco! Atterriamo e siamo in un nuovo continente: Oceania. Sono emozionata perchè dopo aver messo piede in tutti i continenti del mondo (ebbene sì, anche in Antartide), l'Oceania è davvero l'ultimo che mi manca e ora posso contrassegnarlo come "visto".


Dopo l'eccitazione iniziale di essere arrivati in Oceania, c'è l'emozione di trovare fontanelle d'acqua potabile con cui riempire le nostre bottiglie. Finalmente meno spreco di plastica!! E finalmemte ci lasciamo alle spalle la paura di essere condannati a 3 giorni sul gabinetto se beviamo o mangiamo la cosa sbagliata. Ma questi non sono gli unici motivi per gioire delle fontanelle visto che al distributore automatico una bottiglietta d'acqua costa qualcosa come 3€. Il grosso schiaffo arriva però quando ci avviciniamo al bar con l'idea di fare una colazione continentale (o meglio dire all'Italiana) con caffè e croissant: i 5 euro per un piccolo croissant liscio mi fanno girare la testa! E spostandoci verso altri punti ristoro la situazione non migliora: 15€ per una colazione a base di omelette e due fette di pane, 10€ per un mini- panino mozzarella e pomodoro. Anche la "grande offerta" del minimarket consiste in un tramezzino+pacchetto di patatine piccolo+bevanda (max 600ml) per la bellezza di 10€ o poco più. Abbiamo appena passato 8 mesi in paesi dove un'intera cena costa dai 2 ai 5 euro. Impallidiamo e facciamo finta di non ascoltare gli stomaci che brontolano.


Andando al bagno, però, sono sollevata nell'incontrare gabinetti in cui posso buttare la carta igienica senza vivere quell'ansia che il gabinetto strabordi se per caso mi ci casca dentro un pezzetto di carta!! I bagni sono anche facili da "interpretare", perchè ebbene sì, è capitato in un paio di paesi, di entrare nello stanzino del "bagno" e non capire bene cosa fare e dove ...


Appena dopo aver gioito dell'essere in un paese dove capisco la lingua al 100%, dove sono sicura di non fare errori con le usanze perchè alla fine quelle che trovo qui sono anche le mie usanze, e dopo l'aver apprezzato la pulizia e il comfort, arriva lo schiaffo finale. Mi avvicino al bar dove vantano vero caffè italiano (il bar si chiama anche "Peroni", il nome potrebbe essere una garanzia) e pronta a vendere un rene per un caffè caldo chiedo di vedere la lista dei prodotti di caffetteria. Mi indicano il tabellone dove leggo solamente "caffè: piccolo, medio, grande". Lo sconforto mi coglie, siamo arrivati in quei paesi dove il caffè è solo caffè. Attraversando l'Asia ci siamo goduti il privilegio di poter scegliere tra espresso (normale, doppio, macchiato), mocha, caffè Vietnamita, caffè Balinese, caffè con latte o con latte condensato dolce (lo adoro), caffelatte, caffè con avocado, e un'altra miriade di prodotti correlati: thè (caldo freddo con o senza zucchero, tailandese, allo zenzero, ad altre mille spezie ...), bevande a base di latte e taro (una vera delizia) o caramello o altri sapori che non avrei mai immaginato. Ogni giorno la gioia di una nuova scoperta. Ma da oggi la scelta sarà soltanto "piccolo, medio o grande".


La persona più cordiale: Margaret! Margaret è (giusto per metterla semplice) la mamma del fidanzato della mamma di un'amica di Peter. Fatto sta che ci siamo trovati a volare a Wellington subito dopo il tifone che ha colpito l'isola bloccando strade e traghetti, creando quindi un affollamento di persone nella città neozelandese. In più siamo arrivati nel weekend in cui si teneva il torneo di cricket. Morale della favola: non c'era un posto letto a disposizione, nemmeno a pagarlo 200$ a notte. Eravamo disperati e pronti al piano d'emergenza più scomodo possibile (che includeva, tra le altre cose, cercare di convincere la sicurezza dell'aereoporto di Wellington a farci passare la notte lì anche dopo la chiusura dell'aereoporto). Mentre aspettavamo all'aereoporto di Denpasar (quindi ancora a Bali), pronti a decollare con un groppone in gola non sapendo cosa ne sarebbe stato di noi una volta a Wellington, Peter ha sentito per telefono il ragazzo della sua sopracitata amica, giusto per scambiare due chiacchiere. Non appena lui ha sentito del problema in cui ci trovavamo, ci ha immediatamente messo in contatto con la mamma della sua fidanzata perchè lei e il fidanzato erano appunto a Wellington a trovare Margaret!! E così le nostre due notti da incubo si sono trasformate in deliziose serate a chiacchierare con Margaret davanti al fuoco, bevendo vino e mangiando formaggio insieme a Kaza e Jordan, per poi dormire in un comodissimo letto caldo! Probabilmente dobbiamo aver fatto qualcosa di buono recentemente e l'Universo ci ha ricompensato! Grazie Margaret, grazie Kazza e Jordan, e grazie Mark e Iona!!


Cibo: finalmente formaggio!!


Musica: Poi E del Patea Mvori Club


Highlight del viaggio: la prima sera a Wellington, siamo usciti in giardino e abbiamo respirato un'aria fresca, pulita e fragrante come non ne respiravamo da mesi


Lowlight del viaggio: il vento, la pioggia e il freddo di Wellington non sono stati proprio un benvenuto ...

 
 
 

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