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Into the jungle

  • Immagine del redattore: Giulia Castellani
    Giulia Castellani
  • 24 feb 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

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Partiamo al mattino presto, ancora nel buio. Jame, il nostro contatto qui a Chi Paht, viene a prenderci alle 5:30. Ci incamminiamo verso il fiume dove ci aspetta una barchetta a motore per risalire il fiume. Vesto la mia camicia "safari" impregnata di antizanzare, i miei scarponi da montagna e uno zaino che potrebbe essere meglio ma va comunque bene. Mi sento ben preparata. Mentre percorriamo la strada principale sterrata, il cui rosso appare ancora più cupo al crepuscolo, troviamo il villaggio che inizia a svegliarsi. La colazione al sacco ci aspetta da un'anziana signora che vende cibo lungo la strada: riso, maiale essiccato (per me pesce) e omelette, il tutto accompagnato da una salsa piccante a base di pesce fermentato. E poi le banane fritte, le adoro! Queste però hanno i semi perchè sono semi-selvatiche, quindi attenti ai denti! Arrivati al fiume incontriamo Mr. Sue, la guida esperta che ci accompagnerà nella giungla. Mr. Sue usa come zaino un sacco di riso a cui ha attaccato due strofinacci come bretelle. A completare un cappello, infradito di plastica e machete. Mi sento del tutto impreparata! Risaliamo il fiume che alle prime luci dell'alba è coperto da uno strato di nebbiolina che rende l'atmosfera mistica. Fa freschino perchè comunque è inverno, ma il caffè che Jame ha portato nel termos è mescolato a ghiaccio perchè nel sud est asiatico funziona così. Punto. Dopo circa un'ora cambiamo imbarcazione e prendiamo una barchetta a remi, così da aumentare le possibilità di avvistare la fauna locale. Nel silenzio della giungla possiamo ammirare buceri e martin pescatore fino a che arriviamo al punto di attracco da dove la nostra passeggiata ha inizio. Il sentiero che si snoda tra la folta vegetazione è difficile da vedere, ma Mr. Sue ha occhi esperti e sa benissimo dove andare. Jame ci spiega che originariamente quel sentiero è stato creato dagli elefanti che si spostano regolarmente in questa giungla. E mentre camminiamo possiamo osservarne i segni: impronte fresche (circa 1 mese), alcuni alberi demoliti e montagne di escrementi anch'essi freschi. Ma le vere sorprese della giungla sono nascoste tra la vegetazione. Ogni tanto Mr. Sue usa il macete per tagliare dei rami che a me appaiono tutti uguali, ma in realtà uno nasconde un colore giallo intenso che ricorda quello della curcuma, un altro contiene acqua fresca da bere (può salvare la vita nella giungla), un altro ancora nasconde legno rosso e profumatissimo, molto pregiato ci spiega Jame. Per pranzo ci fermiamo alle sponde del "fiume delle farfalle". Mentre Mr. Sue prepara riso, verdure saltate e maiale arrosto noi abbiamo il tempo di ammirare le innumerevoli farfalle, da quelle piccole e gialle che posandosi sulle rocce sembrano creare un tappeto di primule, a quelle azzurre, nere, e arancioni ... alcune davvero giganti. Dopo pranzo ripartiamo per raggiungere il campo dove dobbiamo passare la notte. L'umidità e il sudore ci impregnano i vestiti, ed è una lotta costante con le sanguisughe che riescono ad infiltrarsi nelle scarpe e sotto i pantaloni, e rirscono a mordere anche attraverso le calze. Dopo qualche ora arriviamo al campo. Aspettandoci una situazione abbastanza isolata, rimaniamo sorpresi dal numero di persone presenti: alcuni rangers muniti di machete, alcuni esponenti della polizia locale (muniti di armi da fuoco), il capo del villaggio e altre persone. Dopo una lunga conversazione tra alcuni di questi e la nostra guida veniamo a conoscenza di un equivoco legato alla nostra registrazione al villaggio. Per questo motivo non ci è consentito dormire nella giungla ma dobbiamo tornare in villaggio. La delusione è enorme ovviamente!! Abbiamo camminato per ore e non è pensbile rientrare al villaggio a piedi prima del tramonto, infatti ci comunicano che dobbiamo rientrare in moto. A quel punto veniamo caricati su delle motociclette, assieme agli zaini, e partiamo per quella che sicuramente è stata l'esperienza in moto più folle della mia vita!! Esattamente lo stesso tipo di sentieri piccoli, tortuosi e a malapena visibili che abbiamo percorso a piedi durante la giornata ora li percorriamo a tutta velocità su delle motocicette che stridono sotto il peso di due persone (minimo) e dell'equipaggiamento. La motocicletta su cui è Peter fora la gomma posteriore quindi lui viene riposizionato con me (e il ranger che guida) e finiamo il viaggio in tre. Dopo due ore di balzi, scivolate nel fango, e frustate di rami in faccia usciamo dalla giungla e tornimo a casa. Delusi ma anche inebriati dalla fine a sorpresa. E come concludere una giornata così deludente ma divertente? Facendo quello che le persone del posto fanno: karaoke!! E così la notte si conclude con una lunga sessione di karaoke in cui le canzoni indonesiane prevalgono e durante il quale assistiamo ad una vera e proprio lotta al microfono (i Cambogiani adorano il karaoke!!) ... il tutto accompagnato dal pungente vino di riso prodotto localmente e venduto in bottigliette di plastica riutilizzate: mal di testa assicurato per il giorno seguente!!! Persona più cordiale: Jame, per essersi preso cura di noi, aver organizzato un bellissimo giro nella giungla e aver passato delle bellissime serate con noi!! Cibo: un piatto cambogiano chiamato Nom Banh Chok preparato con spaghettini di riso in un brodo al latte di cocco e curry con germogli freschi e una salsina di pesce Musica: Questa canzone mi ricorda la nottata di karaoke Highlights del viaggio: mentre eravamo a Chi Phat è stato il compleanno di Peter. La mattina stessa, senza molta speranza, ho chiesta alla signora che gestiva la guesthouse, se sapeva dove potdvo prendere una tortina. Senza esitazione è saltata sulla motocicletta e mi ha fatto segno di andare con lei. Mi ha spiegato che fino ad un paip di anni prima non c'era nessuno che preparava torte di compleanno al villaggio, quindi dovevano ordi arle da un villaggio a qualche km di distanza. Erano molto costose e a causa della condizione terribile delle strade arrivavano sempre distrutte. Ma recentemente una donna del villaggio ha iniziato a fare torte! Quindi siamo andate a casa sua. Mi ha chiesto quanto grande volessi la torta e cosa scriverci sopra. Mi aspettavo poi una domanda del tipo "che gusto?" Sperando di poter scegliere almeno tra frutta o cioccolato. Invece mi ha chiesto: "di che colore?". Bè, non saprei che gusto fosse, ma la tortina gialla per il compleanno di Peter era sicuramente molto buona!!


Highlights del viaggio (2): in Cambogia ho visto gli insetti piú grandi che abbia mai visto in vita mia: giganti insetti stecco e insetti foglia, grasse rane, enormi gecko di tipo Tokay … ogni sera in veranda era come assistere ad un safari che si presentava direttamente sotto i nostri occhi! Lowlights del viaggio: non abbiamo potuto dormire nella giungla

 
 
 

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