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Elogio alla lentezza

  • Immagine del redattore: Giulia Castellani
    Giulia Castellani
  • 24 feb 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

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Le emozioni che una nuova esperienza suscita in noi non possono prescindere da ciò che abbiamo sperimentato in precedenza. In questo senso forse il vivere solo nel presente non è del tutto vero o possibile. Mi chiedo se il Laos avrebbe suscitato emozioni diverse se non l'avessi visitato dopo due mesi trascorsi in India e dopo due settimane di malattia. Un trenino che attraversa la Thailandia ci porta in sole otto ore da Bangkok (dove abbiamo trascorso cinque giorni in albergo riprendendoci da un pesantissimo Dehli belly) fino a Viantien, la capitale del Laos. La prima impressione che ho del Laos qui a Viantiene è poi quella che rimarrà per i giorni e i luoghi a seguire: lentezza e tranquillità. Pur essendo una capitale, Viantiene non è caratterizzata dal quel rumoroso traffico e da quella vita frenetica e sovraffollata delle grandi città. Dopo Viantiene ci spostiamo a Vang Vieng, molto più piccola e inserita in un paesaggio semplicemente mozzafiato. Campi di grano e riso, palme, strade sterrate color terra di Siena e immense rocce calcaree che emergono dal terreno come fossero enormi tronchi d'albero. Mentre girovaghiamo in motorino per i dintorni alla scoperta di grotte e lagune blu incontriamo pochissimi veicoli e altrettante poche persone. Tutte le persone che incontriamo sono cordiali e molto riservate. Nessuno alza la voce quando parla, il clacson non viene quasi mai utilizzato. Una sensazione di tranquillità, silenzio e lentezza pervade l'atmosfera. Terza e ultima tappa è Luang Prabang, una deliziosa cittadina coloniale che si affaccia sul fiume Mekong. Qui passiamo le serate ammirando dei meravigliosi tramonti sul fiume che, diversamente dallo spettacolo di colori intensi che abbiamo osservato a Kerala, tingono il cielo e l'acqua del fiume di un quieto arancione, dando anch'essi un senso di tranquillità. Anche noi rallentiamo lasciandoci cullare dall'atmosfera di questo paese. Lunghi sonni, tardi risvegli, lente passeggiate. Indulgiamo su quei cibi che ci sono mancati: la freschezza dello yogurt e di un'insalata, la gioia di una pizza, una croccante baguette. Ci prendiamo il tempo di cui abbiamo bisogno per guarire del tutto e rimetterci in forze, ma anche per alleviare i sensi da quelle sensazioni forti che ci hanno circondato durante i due mesi passati in India. Rumori, voci, clacson, odori, mucche, colori ... l'esperienza iper-sensoriale dell'India va piano piano diluendosi nella tranquillità e nella pace che troviamo in Laos. Ci perdiamo in questa coccola per quasi due settimane, alla fine dobbiamo ripartire per andare ad incontrare gli amici di Peter in Vietnam. Sono riposata, rilassate e nuovamente in forza, pronta per il prossimo capitolo. Un altro sentire, però, si fa largo dentro, una sensazione di vuoto, come se il mondo fosse ovattato, un po' sbiadito e un po' assordato. Qualcosa manca, un qualcosa che portava euforia, inebriatezza, eccitazione. Per quanto la lentezza del Laos mi abbia coccolato e accudito, al mio cuore è chiara una cosa: soffro di mal d'India!! Persona più cordiale: Somphet!! Alla stazione del treno di Vang Vieng mi hanno sequestrato il coltellino perchè ha la lama leggermente troppo lunga rispetto ad un classico coltellino svizzero. Quel coltello è un regalo a cui sono affezionatissima e negli ultimi 10 anni l'ho portato con me in ogni avventura. Terribilmente abbattuta ho contattato Marius, un caro amico che ha vissuto in Laos qualche anno fa, per sapere se avesse un contatto a Vang Vieng che potesse recuperare il mio coltello. E così è apparso Somphet (non l'ho mai incontrato di persona, solo per telefono) che si è recato in stazione, ha recuperato il mio coltello, l'ha impacchettato e spedito a Luang Prabang, e poi ha anche organizzato che un suo amico lo recuperasse all'ufficio postale di Luang Prabang e me lo portasse all'alloggio dove risiedevo. Cibo: Loonsum - una zuppa a base di verdure e latte di cocco. L'ho trovata solo a Luang Prabang e solo in un ristorante, chissà se si tratta davvero di un piatto tipico ... Musica: questa canzone di JOEY PHUWASIT Highlights del viaggio: a Viantiene, di fronte all'ostello dove abbiamo alloggiato, c'era un ristorante italiano dove ho mangiato una buonissima pasta al pesto. Ma la cosa veramente buffa è che il proprietario è originario della mia città natale (Varese)! Talvolta il mondo sembra proprio piccolo! Lowlights del viaggio: dover dire addio al mio coltello

 
 
 

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