Palme!
- Giulia Castellani
- 9 nov 2022
- Tempo di lettura: 4 min

Il primo treno notturno a lunga percorrenza ci porta da Mumbai a Cochin, in Kerala. Un viaggio di 28 ore per percorrere circa 1500km e ritrovarci in una nuova India. Lasciamo Mumbai sotto una pioggia torrenziale in tarda mattinata. Il mio letto è quello in basso. Generalmente preferisco dormire in alto, ma la nota positiva questa volta è che da sdraiata posso sbirciare dalla tenda e guardare fuori dal finestrino. Mi addormento con un buio paesaggio di nuvole omogenee da cui ogni tanto compare una stella. Al mattino dopo apro gli occhi e la prima immagine che mi si staglia di fronte agli occhi è la sagoma di palme. Palme, palme e ancora palme sullo sfondo di un cielo azzurro chiaro: eccoci a Kerala!! A completare il colore verdegiallo delle palme da cocco ci sono le palme di banane, gli alberi di papaya, e tante altre piante ognuna di una sfumatura diversa di verde. Il verde è punteggiato da fiori coloratissimi: rosso porpora, arancione brillante, bianco e rosa e giallo. Una danza di colori che mi tiene ipnotizzata per ore. Anche le banane sono colorate e variagate in questa regione: piccole e grandi, sottili e cicciotte, lunghe e corte, gialle, verdi e rosse (e chi sapeva dell'esistenza di banane rosse?). Tutte deliziose! A Cochin passiamo giornate deliziose passeggiando per le stradine di Fort Cochin, mangiando frutta fresca e pesce appena pescato. Dopo il deserto e le montagne è bello respirare l'aria di mare. Dopo Cochin ci rechiamo ad Alleppey per visitare le backwaters del Kerala, e qui si dispiega un'altra meraviglia paesaggistica. Le backwaters sono un vastissimo reticolo di canali interconnessi, alimentati da 38 fiumi e che comprendono cinque grandi laghi. All'interno di questo fitto labirinto di canali ci sono cittadine e piccoli villaggi. Decidiamo di visitare le backwaters con una piccola imbarcazione a remi e la mia mente non può che tornare all'esperienza di girare Venezia in Gondola. E mi sento davvero così: in una Venezia tropicale (e molto più grande). Oltre ai capolavori paesaggistici che le palme da cocco disegnano su un cielo azzurrissimo, durante il giro in "gondola" possiamo osservare la vita quotidiana dei villaggi: bambini che si lavano sulle sponde dei canali, uomini che pescano, donne che squamano il pesce fresco strofinandolo sulle pietre ai bordi dei canali. Per pranzo mangiamo piatti tipici a base di riso proveniente dalle numerose risaie che si sviluppano in questo reticolo di canali, pesce fresco, curry a base di cocco, e proviamo anche il tipico todi, una bevanda alcolica nata dalla fermentazione naturale del cocco. Dopo Alleppey ci spostiamo ancora un po' più a sud fino a Varkala. Siamo stanchi e abbiamo bisogno di un paio di giorni di riposo. Prenotiamo un piccolo bungalow a due passi dalla spiaggia, dal nostro balcone possiamo ammirare il mare e il tramonto con la luce del sole che trapela tra le numerose palme da cocco. Ogni giorno al tramonto gli ultimi raggi del sole si intrecciano alle nuvole creando una danza di intensi colori dal giallo al viola. I più bei tramonti che abbia mai visto in vita mia, ogni giorno un nuovo spettacolo che ci ipnotizza. "Sogno o son desta"? Difficile da dire. Perchè lasciare Varkala è come svegliarsi da un sogno, tranquillo lungo e riposante.
Dopo essere arrivati cosí a sud, decidiamo di preseguire fino alla “fine della terra”: Kanyakumari. Questo é l’apice piú sud dell’India, dove tre distinti mari si incontrano (il golfo del Bengala, l’Oceano indiano, e il mare Arabo). È considerato un posto sacro tra gli indiani e molte persone si recano qui per bagnarsi nelle acque dei tre diversi mari che confluiscono. Ci uniamo alle migliaia di persone in spiaggia e ci bagnamo con queste sacre acque. Kanyakumari é anche l’unico posto in India dove si puó osservare sia il tramonto che il sorgere del sole sull’oceano. La nostra visita a Kanyakumari é davvero solo una toccata e fuga, poi ci dirigiamo nuovamente a nord verso Kerala e le sue palme. Chiamano Kerala "God's own place", che si può tradurre con "la terra di Dio" ma che penso abbia più senso tradurlo con "la terra che Dio si è scelto per sè" perchè se mai dovessi immaginarmi un paradiso sarebbe così: un paesaggio idilliaco con tante palme!
La persona piú cordiale: il proprietario della guest house ad Alleppey, Ci ha accolto con un sorriso e una torta, ci ha aiutato ad organizzare la visita alle backwaters assicurandosi che avessimo un’esperienza di nostro gradimento. Siccome c’é stato un piccolo imprevisto (il battello del ritorno si é rotto e abbiamo dovuto prendere un’imbarcazione privata) si é fatto carico della differenza di prezzo. È stato disponibilissimo per aiutarci con i problemi che abbiamo riscontrato in camera (vedi ‘Lowlights del viaggio’)
Cibo: le banane!!
Musica: Gallan Goodiyaan di Yashita Sharma, Manish Kumar Tipu, Farhan Akhtar, Shankar Mahadevan, Sukhwinder Singh
Highlights del viaggio: I tramonti mozzafiato sull’oceano
Lowlights del viaggio: La guest house dove siamo stati ad Alleppey ci ha messo a dura prova. I proprietari erano deliziosi, e la camera tutto sommato non era male. Peccato che fosse piena zeppa di zanzare che ci hanno tormentato per tutta la notte (nonostante gli strati di repellente che ci siamo spalmati). Inoltre in camera non eravamo soli, ma la sera siamo stati accolti da una numerosa famiglia di ENORMI scarafaggi che chiaramente avevano stabilito casa nel nostro bagno.





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