Quando NON visitare Istanbul
- Giulia Castellani
- 19 lug 2022
- Tempo di lettura: 3 min

Istanbul è una città molto affollata: piena di abitanti, piena di macchine, piena di turisti, piena di moschee, piena di gatti. E tutti i tasselli di questo caos in realtà si incastrano perfettamente creando quell'atmosfera vibrante e colorata che costituisce gran parte del fascino di Istanbul. Le lunghe code sono un giusto prezzo da pagare per visitare le bellissime moschee e altre incredibili attrazioni come la torre di Galata. Ma ci sono anche parti o momenti (ad esempio sotto la pioggia battente) in cui la città rallenta e rivela il suo lato di vita quotidiana più che di attrazione turistica. Per quanto mi sia piaciuto salire in cima alla torre di Galata al tramonto, quando inizia la preghiera serale e la città risuona del richiamo delle più grandi moschee della città come se dialogassero tra loro, ho amato passeggiare nella parte più residenziale di Balat che, oltre a ospitare il caffè più "Instagram" di Istanbul, è anche la più conservatrice. Così conservatrice che mi sono sentita fuori posto circondata da donne in burka, e questa sará solo la prima volta che vivo una tale esperienza considerando l'itinerario del nostro viaggio.
Non abbiamo avuto molta libertá nel decidere quando visitare Istanbul perché abbiamo dovuto adattare il nostro itinerario a causa delle guerre ecc. (vedi anche la sezione "Viaggio"). Tuttavia, luglio non è stata una cattiva scelta. Sì, ci sono i turisti e sì, fa caldo, ma si può sempre trovare il proprio angolino e godersi la brezza rinfrescante. La sera c'è sempre una temperatura piacevole per godersi i tramonti da una delle tante terrazze. Purtroppo, in questo periodo il governo ha deciso di ristrutturare le attrazioni più importanti, quindi non abbiamo potuto godere di molte di quelle che erano sulla nostra lista. Ma ne abbiamo comunque apprezzate tante altre. Inoltre, non sapevamo che nei giorni dal 7 all'11 luglio si celebra la Kurban Bayrami (chiamataEid el-Adha o Eid el-Kebir in Arabo), che significa "festa del sacrificio" ed è la piú importante festività islamica dell'anno! Qualcosa di paragonabile al nostro Natale. Questo ha significato che molti negozi erano chiusi, compresi i principali bazar (Grande ed Egiziano). Abbiamo comunque visto altri negozi. Per finire, abbiamo lasciato Istanbul l'11 luglio, cioè l'ultimo giorno della Kurban Baymani, chiaramente il giorno in cui tutte le famiglie esistenti nel raggio di molti km intorno a Istanbul decidono di andare a Istanbul per incontrarsi nei parchi che circondano le moschee e non solo. Questo significa un mare di persone ovunque. Già solo camminare per le strade si è rivelato problematico, ma la parte peggiore è stata prendere il tram (siamo stati costretti a farlo, avevamo gli zaini e una strada troppo lunga da percorrere per raggiungere il traghetto). Il tram era così imbottito di gente che sembrava sul punto di esplodere. Abbiamo dovuto aspettare due o tre tram prima di poterne prendere uno. Con noi famiglie con grandi passeggini dove i bambini (per lo più addormentati) erano accatastati l'uno sull'altro. Il caos era totale, con i taxi che percorrevano i binari del tram, le auto che si incastravano una di fronte all'altra in stradine microscopiche, la gente che invadeva ogni angolo dei marciapiedi e delle strade. Il tram ha impiegato mezz'ora per fare due fermate a causa della quantità di persone sui binari. Se vi mettete nella fila sbagliata per prendere il traghetto siete fregati: muoversi contro la corrente delle persone è impossibile, potreste finire nell'angolo opposto della città. Traghetti così pieni da sembrare che stiano per affondare. Ma alla fine ce l'abbiamo fatta, abbiamo attraversato il Bosforo lasciando l'Europa ed entrando in Asia dove, nonostante la presenza ancora numerosa di persone, abbiamo potuto trovare un po' di pace. È stata un'avventura, e rideremo per sempre di quel giorno a Istanbul, ma se volete visitare questa città, non andateci nell'ultimo giorno della festività di Kurban Bayrami!!!
Highlights del viaggio: una mattina pioveva talmente forte che, nonostante i vestiti impermeabili, ci siamo dovuti riparare sotto una grondaia aspettando che spiovesse. Dalla sala (forse meglio dire 'stanzetta') giochi dall'altra parte della strada, in una zona poco turistica, siamo stati invitati a ripararci. Ci è stato offerto il tipico thè chai (tre tazze a testa) e anche dei baclava (dolcetti tipici). Ci hanno ospitati per 2 ore e non hanno accettato nemmeno una mancia e tantomeno che pagassimo i nostri thè.
Lowlights del viaggio: percorrere la più grande strada turistica, quella che connette la torre di Galata fino a piazza Taksim (sono sopravvissuta a stento).
La persona più cordiale: quella persona che si è fatta carico dei nostri thè e baclava in quel giorno di pioggia.
Cibo: melone e anguria!
Musica: primi incontri con della musica turca
P.S. Nella foto é ritratta mia sorella che ha attraversato la Turchia assieme a noi, accompaniandoci dall'europa in Asia





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